Altro

  • Minchione, scemo scherzoso e divertente. Alterato maggiorativi di gojjo.
  • Terreno con acqua stagnante, palude. Etimologia incerta, ma potrebbe avere la stessa radice di guinzaglio per il fatto che esso veniva, in antico, costruito intrecciando foglie palustri, proprie delle «guìnze».
  • Erba calenzuòla, pianta di prato delle euforbiacee dal cui fusto si ricava un lattice che è un potente caustico e vescicante. I giovanetti meno avveduti si lasciano spalmare di quel lattice il glande che diventa gonfio e dolorante, per la sciocca presunzione di farlo ingrossar...
  • Testicoli. In uso nel detto «rompere I zebbedei». Da Zebedeo, personaggio biblico, padre di Giacomo e Giovanni, apostoli di Cristo. Gli stessi apostoli vengono appunto detti Zebedei. G. G. Belli, sonetto n. 73.

  • volgarizzazione di cavedano, pesce di acqua dolce. Detto in senso figurato di persona melensa, banale o che è tardo d'intelligenza, goffo e lento nei movimenti e nei modi.

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  • Oltre al significato comune, usasi anche nel significato di caccola del naso. Al femminile, significa anche vagina, natura della donna.

  • Frutto selvatico di polpa rossastra, intensamente peloso, che nasce da arbusti. Il nome della bacca è cinorrhodon.
    Strumento d’accompagnamento formato da un grosso barattolo di cui un’estremità è chiusa con pelle. Al centro di essa sta un’asticella di legno che mossa in senso verticale produce un suono particolare. Dà ritmo e si usa per accompagnamento.
    Derivazione da càccola (a cui equivale nella forma) e «vella» in quanto è coperta di pelle di pecora (vello). Boccaccio usa cavella (cosa da nulla, di poco conto) nella 3. novella della 9. giornata.
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